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Facciamoci avanti, è ora di svelare le nostre perversioni birrarie!

Mmmmh... la Faxe

Nel post di ieri ho raccontato dell’intenzione del colosso AB Inbev di acquisire il controllo della messicana Modelo, proprietaria, tra gli altri, del marchio Corona. Lungi da me tornare sull’argomento – direi che un post ogni tre mesi sulla birra industriale è pure troppo 😛 – mi ricollego all’articolo citato perché tra i commenti Nico ha fatto un’inquietante rivelazione. La riporto di seguito:

Faccio outing: Una Corona ghiacciata con tanto di lime o limone quando c’è veramente caldo la bevo con grande godimento. La vedo più come alternativa alla Lemonsoda che come birra 😛

Riflettendo su queste amare parole, ho pensato che è forse il caso di approfondire la questione, consapevole che ognuno di noi può sicuramente vantare personali perversioni birrarie. Momenti o situazioni in cui si cede alle peggiori abitudini legate alla birra e ci si dimentica delle nozioni imparate in anni di onorata carriera di appassionati. Ecco allora cosa può succedere…

La birra da autogrill

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Una parola, quattro lettere: Faxe. Non è il nome di un sistema di trasmissione elettronica di documenti, ma quello di una delle peggiori birre in assoluto che si possono acquistare negli autogrill italici. E’ lei la birra “da trasferta” per antonomasia: prezzo irrisorio, formato da battaglia (che grande invenzione la lattina da un litro), logo con il vichingo perfetto per degli aspiranti hooligans. Ammetto che qualche anno fa ne acquistai diverse confezioni durante un viaggio in macchina da Roma a Siena, in compagnia di tre amici malati di basket come il sottoscritto. La nostra destinazione era il PalaSclavo della cittadina toscana, dove sarebbe andata in scena un’epica gara 3 dei play off scudetto tra Montepaschi e Virtus Roma. Ricordo che mentre ero seduto nel retro della vettura, ingurgitavo avidamente quella terribile “Danish Lager Beer”. E mentre riflettevo su quanto ero caduto in basso da un punto di vista birrario, nel caldo della vettura quel liquido giallastro quasi mi piaceva: era così fresco che faceva passare in secondo piano il suo caratteristico retrogusto metallico. E poi la frizzantezza non era male: immaginavo già quanti rumorosi flati avrei potuto rivolgere nei confronti dei tifosi avversari. Se oggi dovessi affrontare nuovamente un viaggio del genere, ammetto che mi disseterei solo ed esclusivamente con litri di Faxe!

Il blend estremo

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Anche se il vostro pub di fiducia può vantare una decina di spine, non è escluso che a un certo punto non sappiate cosa scegliere. Se l’imbarazzo dipende dal fatto che nei giorni prima avete provato tutto lo scibile birrario, uscire dall’impasse è praticamente impossibile. Che fare allora? Tornarsene a casa tristi o trovare una soluzione alternativa? Esclusa la prima opzione, c’è un piccolo escamotage che può salvarvi – se non svoltarvi – la serata: il blend. Dopo che per anni i birrai italiani ci hanno fatto una testa così con la loro “spiccata creatività”, è ora il momento di spostare la fantasia dalla parte opposta del bancone. Studiate attentamente le birre disponibili e comunicate al publican la ricetta: 35% di APA, 50% di Pils, 15% di Stout. Il gioco è fatto: ecco a voi una birra completamente nuova, che potrete gustare sapendo che è nata dalla vostra creatività. Se il publican è particolarmente abile, potrete lasciare a lui il compito di allestire lo splendido mix. Come ho fatto io in qualche occasione 😛 .

La trappista a canna

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Questi giorni fa davvero molto caldo. Immaginate di entrare in un beershop, acquistare un bel po’ di birre e incamminarvi verso casa sotto il sole. A un certo punto non ce la fate più, avete assolutamente voglia di rinfrescarvi. Tra gli acquisti appena effettuati c’è una bottiglia appena uscita dal frigorifero: è una Rochefort 10 ed è freschissima, la volete bere a tutti i costi. Il problema non è il 10% di contenuto alcolico alle quattro di pomeriggio, ma la mancanza di un qualsivoglia bicchiere in cui versare il prezioso liquido. Ci riflettete su qualche minuto, poi decidete di compiere l’insano gesto: stappate la bottiglia e iniziate a trangugiare la birra così, direttamente a canna. Se vi vedesse un monaco trappista vi scomunicherebbe all’istante, ma non ve ne importa nulla. Vi scolate la Rochefort 10 in meno di mezzo minuto, quindi ripartite verso casa con un bel sorriso stampato sul viso. Alla faccia del galateo birrario 🙂 .

L’industriale da intermezzo

Ci sono volte in cui si ha proprio voglia di una birra, ma il più vicino rivenditore di prodotti artigianali è almeno a 5 km di distanza. E allora scatta il “chi se ne frega”: entrate nel primo bar e ne uscite con la bottiglia di 66 cl di Peroni, un classico italiano al pari della Vespa. La vostra coscienza vi vorrebbe spiegare che state commettendo un peccato mortale, ma la sete è l’unica voce interiore che siete disposti ad ascoltare. Poi magari la sera stessa farete visita al vostro pub di fiducia, bevendo artigianale come se niente fosse. Ricordate comunque che è una delle perversioni più comuni tra gli appassionati, quindi se la vostra coscienza dovesse riemergere con il suo carico di rimorsi, ricordatele che anche i più grandi sono caduti in questo vizio: la leggenda vuole che persino il Maestro si sia scolato una Baffo d’Oro a Piazzale Flaminio, mentre attendeva di essere raccattato per strada per raggiungere Trastevere 😉 .

La plastica per scelta

State facendo un passeggiata serale vicino casa e la vostra voglia di birra è a livelli pazzeschi. Entrate in uno dei vostri pub preferiti e ordinate una Pils dissetante, accorgendovi solo più tardi che sarete messi di fronte a una drastica scelta: chiedere la birra in plastica e rimanere a sudare nei caldi interni del locale oppure farsela spillare nell’odiata plastica e continuare la fresca passeggiata? L’afa vince sull’etichetta del bravo appassionato: alla fine scegliete la plastica e appena possibile vi lanciate fuori dal pub. Continuate a passeggiare con un lieve senso di colpa, ma vi accorgete anche che, tutto sommato, il plasticone non è poi tanto male.

Queste alcune scelte non ortodosse che possiamo ritrovarci a fare durante la nostra carriera di beer lover. Ovviamente ora dovete fare outing anche voi e raccontare quali sono le vostre perversioni 🙂 .

P.S. Il post mi consente anche di esprimere il mio punto di vista nei confronti di questi comportamenti non “in linea” con i dettami della birra artigianale. Il mio consiglio è di non essere talebani e snob, ma elastici. Non considerate ogni regola come un precetto divino: concedetevi ogni tanto una violazione rispetto a ciò che avete appreso. Vivete la vostra passione con leggerezza e a volte anche in opposizione alle sue regole. Divertitevi insomma: i dogmi spesso sono solo una privazione al piacere personale!

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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84 Commenti

  1. Visto che siamo fra amici e in veda di confidenze, una perversione unica nel suo genere che spero nessun’altro ascolterà: 1/2 bicchiere di Baffo d’Oro/Peroni/Lager da Eurospin con 1/2 bicchiere di Coca Cola!!!
    Se proprio volete superarmi … c’è la versione con la Gazzosa!!!!

    • personalmente adoro le varie alterwasser/diesel/radler 😀
      Cosa che farà rabbrividire trasvelsarmente sia gli amati della buona birra che quelli della birra in generale 😀

      In realtà son pure vecchie tradizioni…

    • vero! io anche trovo quasi peggio rovinare un’ottima birra bevendola dalla bottiglia…non permettendo che si apra, in nessun modo, nessun profumo, aroma, sapore (retrogusti vabè, andiamo oltre) neanche nella plastica. E anche a me è capitato di berla in bottiglia, più di una volta, ricordo dalle suore, ma dopo essere entrata di nascosto per cui nessuno cui chiedere un bicchiere, con una cassa di brewdog (ce n’erano di diverse dentro)
      tra sacro e profano, più perverso di così!? 😀

  2. Ammetto di aver ceduto alla plastica…potrei svelare esperienze romane di posti ottimi (anzi, ottimissimi) dalle sale non propriamente accoglienti durante l’afa estiva, e il vetro all’esterno è tabù (più o meno).
    Tutto ma la peroni no, in turchia ho ceduto alla Efes però versione cappadociana della nostra peroni, o quella o l’acqua dei cammelli. Appena ho visto un Heineken in lattina mi è sembrato un miraggio…e ho detto tutto!

  3. A siena naturalmente perdeste (alè Mens sana alè) e i flati senesi vi travolsero. ahaha
    approfitto per comunicare che il nuovo allenatore della mens sana Siena appena laureatasi campione d’ italia, Luca Banchi, è un appassionato di birre artigianali, lo conosco bene, viene a rifornirsi spesso insieme alla sua truppa.
    Detto ciò, a volte si cade in ogni tipo di tentazione, chi lo nega è un ipocrita. In mancanza di meglio, anche io posso pensare che un rutto prodotto da una birra industriale sia migliore rispetto a quello prodotto da una coca cola o lemonsoda.

    • E invece vincemmo, con un Bodiroga divino. Due giorni dopo arrivò il passaggio del turno in casa… giocammo le semifinali con Treviso che quell’anno era una squadra clamorosa, aveva ancora Bargnani in quintetto. Uscimmo sognando la finale, dove Treviso vinse battendo – se non ricordo male – la Fortitudo. Il basket italiano era ancora di alto livello.

          • OT . Come scordare l’ultima partita di Bodiroga, finali scudetto contro la mens sana….ultimo quarto con tutto il palazzetto che a partita già persa cantava :”BODIROGA OLE’, BODIROGA OLE’,BODIROGA OLE’, BODIROGA OLEEEEE’. Ancora ho i brividi.

            Chiudo l’ot e non mi inoltro nel descrivere le mie “perversioni birrarie”…sarebbe troppo brutto per voi leggere…

  4. Io essendo sardo ho ingurgitato per anni litri e litri di Ichnusa, non perchè ne andassi pazzo ma perchè è tradizione di quasi ogni bar a cui chiedi : servirti sempre e solo quella, di conseguenza per abitudine ogni qualvolta si vuole bere una birra diversa da questa devi specificare quale, chiamandola per nome, non basta ordinare .
    Se qualcuno di voi ha assaggiato una Ichnusa, avrà avuto l’impressione di bere una bevanda gasata color giallo pallido con un sapore ferroso e di fieno.
    Quindi per migliorarne le “qualità”, tante volte si è pensato di chiedere al barista un’aggiunta di sciroppo di menta o amarene, giusto per rendere la bevanda diversa.
    Molte volte mi capita ancora di assistere ad aggiunte di gassosa o addirittura coca-cola, da parte dei vecchietti che vorrebbero alleggerire la bevanda, insomma in fatto di intrugli ne sappiamo più di qualche mago stregone 😉

  5. “Il blend estremo”
    Lo ammetto, l’ho praticato, ma solo dopo la mezzanotte.
    Vantaggi:
    – Nessuno ha mai bevuto una cosa simile
    – “fidate, è buono” è un buon esercizio di fiducia
    Svantaggi
    – tende a farti ricordare canti di chiesa
    Sintomi successivi
    – dubbio atroce che sia “meglio” delle birre base
    – cantare ad alta voce
    – euforia alcoolica
    Vantaggio finale per la comunità
    – il pub è vuoto, e il pubbaro ti ringrazia
    – dimentichi la “ricetta” e non lo ripeterai mai

    • Il problema del blend estremo è anche un altro. Quando cominci a praticarlo, ti pare di aver scoperto un tesoro incommensurabile. Becchi la ricetta giusta e accogli il frutto della tua creatività con euforia, immagini che il mondo della birra non sarà mai più lo stesso. Poi le volte successive la magia finirà e non riuscirai più a imbroccare una ricetta anche solo bevibile. Con grande sconforto.
      Morale: altro che corsi da assaggiatori di birra, facciamo quelli da blender!

  6. Qui da me vige la filosofia [supportata da amici non proprio cultori del buon bere]: se devi bere trash, che sia più trash possibile. E allora bando a Moretti, Heineken, Beck’s e Peroni, anche la Menabrea diventa lusso: Finkbrau e altre amenità da Lidl, il “paradiso” della schifezza. C’è addirittura la birra alla limonata, che francamente è la migliore di tutte, proprio perchè sa di limone e non di birra [quindi zero rimpianti]. La birra in plastica, se è per stare all’aperto, non la vedo come un’eresia così bestiale, molto peggio la Rochefort 10 a canna [altro che sorriso, io sorriderei all’asfalto!]…Ottima invece l’idea del blend, di cosa sapeva quello che hai citato?

    • Ah non so, era una ricetta fittizia inventata mentre scrivevo. Magari l’ho chiesta davvero, ma solitamente quando lo faccio sono in una condizione tale per cui il giorno dopo l’ho già dimenticata 😛

  7. Innanzitutto (anche perchè questo è il mio primo commento in assoluto): complimenti per il sito e per questo post, che mi ha fatto sbellicare non poco. Da parte mia, ho una perversione assolutamente confessabile: assaggiare le birre che si trovano nei vari discount! Si trova della roba assurda, dalla finta artigianale italiana (fatta sempre e comunque ad Apecchio) alle polacche extra strong passando per alcune dark lager bavaresi (con tanto di bollino IGP…) invero non troppo sgradevoli.

  8. durante un viaggio a Malta mi ero fatto prendere la mano dalla Cisk , in tutte le versioni e rigorosamente in lattina , un esaltato locale sosteneva pure di potere organizzare VERTICALI

  9. uhm….io bevuto lo sBrizz……cioè un spritz con birra bionda (mi pare una heineken) al posto del classico prosecco……

    c’è di peggio????

  10. La lemon ale di Karma vale come perversione o siamo troppo in alto???
    Comunque sopratutto d’estate bevo voltentieri tutte quegli pseudolambic provenienti da Timmermans, Floris(Huyghe)…

  11. io vi propongo una ricetta che nel messinese, durante le calde estati, è molto gradita dagli indigeni: un bicchiere di classica lagerona industriale (storicamente la birra Messina, che ormai però di indigeno ha solo il nome) con l’aggiunta di un po’ di granita al limone. Vi assicuro che ha un suo perché!

  12. Agosto 2011 Durango ore 13.30 temperatura 42°C
    In un bar dove stavano mangiando operai messicani in pausa pranzo, vengo attratto dall’offerta bouquet di birra 50 pesos. Decido di non mangiare ma solo bere, mi portano un secchio di metallo serigrafato corona contenente 5 pacifico immerse nel ghiaccio, tazza piena di lime tagliati a fette e sale. Ogni bottiglia 3 spicchi e una buona dose di sale, il tutto per cercare di ricreare una bevanda simil-gatorade per poter sopravvivere.

  13. Bersi una decina di lattine di Von Wunster prima di un concerto…
    oppure avere la fortuna di bere all’IBF di Bologna prima del concerto degli Offspring e poi una volta dentro dovere bere Aineken…disgusto!

  14. Latina di Wangel braw semighiacciata spremuta sopra il bicchiere e girato il contenuto con un bastoncino di ghiacciolo per sciogliere i pezzi di ghiaccio…quello che succedeva alle feste in campagna tra amici

  15. Dunque, tempo fa ho provato a modificare un paio di bottiglie di…Bud.

    In pratica, ho fatto così: ho portato le bottigle ad una temperatura vicina a quella della fusione del ghiacchio, ho stappato, ho inserito 1/4 di pellet di luppolo Amarillo, e ho ri-tappato immediatamente. Due settimane in dry-hopping sempre in frigo.
    Il risultato? neanche malaccio: peccato che l’aroma del luppolo Amarillo rusiltava troppo “slegato” dal non-amaro della birra….
    Mi sono ripromesso di provare ancora l’esperimento. La prossima volta proverò una Nastro, in cui metterò un cono di East Kent Goldings…così per vedere l’effetto che fa 🙂 ..quando ne avrò il coraggio…

  16. Con la temperatura di questi giorni, quando ero un puer, mi alzavo fisso di notte e per rinfrescarmi mi calavo Splugen dalla lattina come se non ci fosse un domani e poi mi rimettevo a dormire.

  17. Lo ammetto… Ho bevuto una birra a boccia (direttamente dalla bottiglia per i non toscani).
    Beh direte.. e allora?
    La bottiglia era di plastica con il tappo a vite!
    Ora mi sento più leggero…

  18. … Ah, ecco perchè! ..Sei tu che metti strane idee in testa alla gente!
    Stasera mi han chiesto una birra metà Santa e metà Monte….
    …. Ovviamente il mio blend è stato un bel vaff… in tutte le lingue del mondo….
    … ma ancora ignoravo questa bella iniziativa!! … Domani cercherò di fare del mio peggio..

  19. Io il fondo l’ho tokkato con la KING FISCHER in India. …
    Assolutamente da provare!! … E sono così IMPAVIDA nella vita, che mi ci sono pure affezionata!

  20. da quando ho visto “La capa Gira” il peroncino da 33 bevuto rigorosamente col mignolo alzato (e se c’è pure l’anello d’oro e addirittura meglio) è diventato il top.
    i r r e s i s t i b i l e

  21. Qui a Salerno c’è la mitica panineria Sant’Andrea che anni fa ha avuto l’idea del secolo ed ha inventato la “birra del giorno”, che tradotto in parole povere è: una qualsiasi bottiglia da 33 ad un euro, da affiancare a un ottimo panino. In genere è a rotazione, ultimamente c’è spesso la Beck’s Next o la Tuborg, per un periodo è stata la Bavik scaduta, più rara la Peroni. A mia memoria s’è goduto anche di altre mirabolanti offerte come lattine da mezzo litro di gordon’s finest red a 2 euro e bottiglie da 75 di Affligem Noel con etichetta rovinatissima (anch’esse credo scadute) a 5 euro…Però devo dire che la birra del giorno è un rimedio collaudato che mi fa passare all’istante il mal di stomaco, ottima soprattutto la domenica 😀
    Restando in tema, a parte che secondo me birra e gassosa è un mix fantastico, ovviamente se entrambi sono freddi, spesso cedo allo “snake bite” che preparano qui all’irish pub, ossia niente più che tennent’s scotch ale alla spina+granatina 😀
    Ciò detto, mi chiudo nella vergogna e lascio i complimenti per l’ennesimo post spettacolare 😛

    • Non mi sentivo tranquillo se non facevo del tutto outing…ovviamente anch’io ho bevuto una birra dalla bottiglia: maredsous10 il 21 settembre di qualche anno fa, durante i festeggiamenti per il santo patrono San Matteo, sotto i fuochi di mezzanotte, con la mia ragazza. Un ricordo romantico ^_^ In fondo non tutte le perversioni vengono per nuocere 😉

      • Esattamente quello, il Black Tulip! Fa anche una buona Jacket Potato e, tranne nel fine settimana, un buon irish coffee. Come blend propone anche riegele weiss (se non erro) con sciroppo di menta o di amarena. Ma io sono affezionato allo snake bite…magari ne beviamo uno insieme 😀
        P.S. Una volta lì c’era la mitica Caffrey’s Stout, mai bevuta? Grossomodo, per colpa di quella birra e della Hooegarden sono diventato un appassionato O_o

          • Gateway beers…mi piace questa definizione! La hooegarden è stata la prima birra che ho ordinato e bevuto per intero in un locale, su consiglio di un amico, era une delle prime volte che uscivo di sabato sera con la mia auto, un secolo fa ormai! 🙂 La Caffrey’s Stout è stata invece la compagna di tanti sabato sera all’irish pub, scoperta grazie al mio amico Peppino “Stout” Gaudiano…io mi sono appassionato definitivamente, lui prendeva inconsapevolmente la via per diventare, un giorno, un birraio pazzo 😀

  22. a proposito di blend..Anni fa la tuborg promuoveva un suo blend chiamato Half&Half, composto da 50% di tuborg chiara e 50% di tuborg porter (mai vista in italia pero’), IN ITALIANO.
    Da qualche parte un mio amico ha sicuramente il sottobicchiere con questa pubblicità..

    • il mezzo e mezzo di tennents super e extra era in voga tempo fa, il mal di testa del giorno dopo pero’ era sempre intero se non doppio

  23. Ad Ostia Beach, con “danza kuduro” a palla e 49° all’ombra, la Peroni Gran Riserva diventa la birra più buona del mondo, ma ne servono minimo 6 per mezza giornata di mare..

  24. Post fantastico!
    In spiaggia la Beck’s ghiacciata spesso è il massimo che riesco a trovare, i sensi di colpa mentre la bevo sono tali da rischiare di non dormire la notte, ma in quei momenti non si può fare altrimenti.
    Per non parlare di quando vieni invitato a cena da bevitori disinteressati e ti ritrovi tutta la gamma del Lidl al completo e ti viene proposta con una frase del tipo “Senti che bona ‘sta birra, l’ho presa al discount a 35 centesimi, è tedesca, ‘no spettacolo”

  25. Perversione, anzi, costume barese è la Peroni. Peroni su tutto e sempre, ma rigorosamente ghiacciata.
    Confesso di berne quando sono costretto a scegliere tra tutte le industriali, perchè almeno un po’ di malto si sente, checcè se ne possa dire.

    Grande debolezza mia è invece la pils pseudo-tedesca prodotta in Polonia, durante barbecue serali, tra tutti amici e conoscenti vari a cui non passa nemmeno per sbaglio l’idea che si possa bere meglio. Casi in cui più che spezzarti ti pieghi, e ti sollazzi il gargarozzo.

    Blend fatto solo una volta, con birre homebrewed, ma lì ci si sposta sul “fusion”.

  26. Eh birra Bavaria a quintali alla Street Parade di Zurigo. Zaini di birra Bavaria, credo di non averla più bevuta da allora.

    La Moretti resta una birra buona, per lo standard birre commerciali o industriali che si voglia dire. Non la disdegno ogni tanto con gli amici al bar, in mancanza di altre soluzioni.

  27. Ottobre 2010…Anversa…Pub Westmalle…Ho provato il blend tra Dubbel e Tripel e devo ammettere che è stata un’esperienza unica…Quanto mi manca quella “maledetta” nazione..ahahahha

  28. il blend che preferisco è una stout con un (a) blanche…. ahahahah….
    Cmq, grande post Andrea! erano settimane che leggevo e non intervenivo….

  29. ragazzi,apparte gli scherzi purtroppo non sempre c’e’ la possibilita di trovare birre artigianali ovunque.Quindi secondo me non c’è niente di male a bere una baffo d’oro (quando va bene),o una peroni con gli amici che magari della birra artigianale se ne fregano…anche la politica di alcuni locali che decidono di servire esclusivamente birra(c’era qualcuno che parlava di integralisti)va contro noi appassionati.non poche volte ho dovuto rinunciare ad andare in alcuni locali perchè non offrivano alternative analcoliche.

  30. mi sparavo fisso una 5 AM saint dalla bottiglia o una Punk IPA dalla lattina ogni volta che finivo il turno e negli ultimi tempi la Libertine Black Ale da una pintona in plastica! comunque, quanto a perversioni: lager scadenti con fanta, peroni da 66 per il kebab, doppel bock da LIDL (alcune erano dignitose) e quando ero giovane cocktail a base di san miguel e curaçao (se ci penso ora mi viene da vomitare).

  31. La Faxe è stata protagonista della quasi totalità delle trasferte al seguito della Roma nella gloriosa stagione 2000-2001 e successiva..fino a quando finalmente acquistammo una ghiacciaia seria in cui riporre birre artigianali di vario tipo; insieme al lattinone di Faxe eh, mica si può tradire!
    Poi è arrivato Maroni e addio trasferte (e Faxe, grazie a dio!)..

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