Ieri pomeriggio a Roma è stata ufficialmente presentata la Guida alle birre d’Italia 2011, edita da Slow Food Editore. Come forse saprete, si tratta di una delle più importanti pubblicazioni sulla birra artigianale italiana, che offre una dettagiata panoramica dei produttori nostrani e delle relative birre, con descrizioni, dati tecnici e valutazioni. L’evento è stato ospitato da Vinòforum, ormai “storica” manifestazione capitolina dedicata al vino. Una cornice non certo devota alla nostra bevanda preferita, che però lascia intuire quanta importanza abbia ottenuto il settore anche agli occhi del comparto enologico.
La presentazione è stata condotta da Marco Bolasco (direttore editoriale Slow Food), Luca Giaccone (curatore) ed Eugenio Signoroni (vicecuratore), i quali hanno immancabilmente spiegato il successo della birra artigianale in Italia e illustrato le caratteristiche della guida. A tal proposito, vediamole insieme. Innanzitutto si tratta della seconda edizione, completamente rivisitata e ripensata. La prima edizione, targata 2009, fu ristampata con importanti integrazioni dopo qualche mese dal lancio ufficiale, riportando la dicitura “2009/2010”. La necessità di riprogettare da zero l’opera è apparsa inevitabile vista la rapidità di metamorfosi del settore: sono passati solo due anni, ma è come se si fossero avvicendati interi lustri.
Le conseguenze di questa riformulazione sono evidenti in tanti aspetti. Il più palese è quello numerico: tra i circa 300 birrifici italiani, ne sono stati selezionati ben 179, per un totale di 1.092 birre elencate (delle quali 629 assaggiate e valutate). Cifre impressionanti, che permettono solo in parte di comprendere l’immensa mole di lavoro nascosta dietro le quasi 340 pagine della guida.
Diverse novità riguardano l’approccio metodologico. Rispetto alla prima edizione, gli autori si sono soffermati maggiormente sull’aspetto relazionale con i birrifici: le aziende sono state visitate personalmente ed è stato creato un canale comunicativo con il produttore, al quale è stato chiesto di raccontare ogni sua singola creatura brassicola. Se nell’edizione 2009 l’enfasi era sull’aspetto meramente degustativo, in questa occasione a tale elemento si è aggiunto il contatto diretto con il produttore.
Il modello di valutazione è stato perfezionato per rendere ogni giudizio ancora più autorevole. Si è data infatti molta importanza alla costanza qualitativa delle birre, soprattutto per evitare che lotti particolarmente “fortunati” portassero a una sovrastima del prodotto. Le birre ritenute più significative sono state riassaggiate dopo diverso tempo (fino a 4 volte), in modo da “normalizzare” le valutazioni. Una novità importante e sicuramente apprezzabile, che tra l’altro ha avuto un risvolto interessante: non ci sono particolari sorprese tra le birre top della guida, le cosiddette “5 stelle”.
Ogni birra in bottiglia è stata infatti giudicata con un sistema a stelle, rappresentato dalla classica scala a 5 gradi. Rispetto alla prima edizione sono scomparse le “etichette” (le migliori birre italiane), sostituite quindi dalle 5 stelle: su 629 produzioni, solo 55 hanno meritato il massimo dei punti. A tal proposito, si avverte in generale una maggiore severità nei giudizi, che invece nella prima edizione apparivano un po’ troppo sbilanciati verso l’alto.
D’accordo, volete sapere quali sono le 55 birre top secondo la guida 🙂 . Eccole di seguito:
Chocarrubica – Grado Plato
Draco – Montegioco
Elixir – Baladin
Erika – Baladin
Filo Forte Oro – Birra Pasturana
Frakè – San Paolo
Ipè – San Paolo
Isaac – Baladin
Mama Kriek – Baladin
Martina – Pausa Cafè
Mummia – Montegioco
Nora – Baladin
Panada – Troll
Quarta Runa – Montegioco
Sticher – Grado Plato
Strada San Felice – Grado Plato
Tibir – Montegioco
Tosta – Pausa Cafè
Tosta Cuvée Acida – Pausa Cafè
Xyauyù – Baladin
Amber Shock – Birrificio Italiano
ArtigianAle – BI-DU
Ghisa – Lambrate
Nubia – Orso Verde
Porpora – Lambrate
Rodersch – BI-DU
Scires – Birrificio Italiano
Tipopils – Birrificio Italiano
Wabi – Orso Verde
Admiral – 32 Via dei Birrai
Extra Brune – Maltus Faber
Triple – Maltus Faber
BIA Golden Ale – Ducato
Divinatale – Torrechiara
Panil Enhanced Final – Torrechiara
Re Hop – Toccalmatto
Skizoid – Toccalmatto
Via Emilia – Ducato
Winterlude – Ducato
Contessa – Amiata
La 9 – L’Olmaia
Duchessa – Birra del Borgo
Enkyr – Birra del Borgo
Genziana – Birra del Borgo
Re Ale – Birra del Borgo
Reale Extra – Birra del Borgo
Re Porter – Birra del Borgo
Bianca Piperita – Opperbacco
Blanche du Valerie – Almond ’22
10 e Lode – Opperbacco
Maxima – Almond ’22
Noscia – Maltovivo
BB10 – Barley
BB Evò – Barley
Toccadibò – Barley
Come accennavo, tutti nomi ben conosciuti nell’ambiente per il livello qualitativo delle loro birre. Evidente il dominio di Birra del Borgo e Baladin tra i birrifici, mentre tra le singole regioni eccelle il Piemonte, con un modestissimo risultato per il Meridione e le Isole.
Come per la prima edizione, troverete poi una descrizione di ogni birrificio (dettaglio che io considero una delle chicche più spettacolari della pubblicazione) e una scheda tecnica (migliorata) di ogni birra, che riporta metodo di fermentazione, colore, grado alcolico, fascia di prezzo, formato delle bottiglie e una piccola descrizione. Un’altra novità è l’inserimento della tipica chiocciola delle guide Slow Food, qui assegnata ai produttori che più degli altri incarnano i principi dell’associazione.
Evito giudizi sull’opera, sia perché finora ho solo avuto occasione di sfogliarla velocemente, sia perché ho partecipato alla stesura con un pezzo introduttivo su birra artigianale e web 😉 . Restando ai dati meramente oggettivi, è comunque indubbio che si tratta di qualcosa di unico nel panorama delle pubblicazioni dedicate alla birra, dimostrato non solo dai numeri, ma anche dal lodevole lavoro compiuto dallo staff “redazionale”.
Alla presentazione erano presenti quasi tutti i birrai premiati con le 5 stelle, segno che la guida è molto apprezzata anche dagli stessi produttori. Successivamente è stato possibile degustare tutte le 55 birre presenti, in un momento bellissimo in cui i birrai si alternavano davanti e dietro il bancone, confrontandosi e parlando con i tanti appassionati e curiosi presenti. Da lì ci siamo spostati a Trastevere, dove i ragazzi di bir&fud ci hanno permesso di cenare nonostante l’ora tarda (grazie!). E poi chiusura al Mastro Titta, dove ho avuto solo la forza di affacciarmi verso le 3 del mattino, prima che l’ultimo barlume di lucidità mi consigliasse di andare finalmente a riposare 😛 .
Questo cambio di rotta e impostazione sembra utile e interessante.
Per quanto riguarda la rivalutazione dei voti mi sembra normale. Quello italiano è un mercato relativamente nuovo per la birra artigianale quindi i gusti, i parametri e la comprensione del prodotto cambia rapidamente. Soprattutto all’inizio.
Speriamo che sia reperibile presto nei negozi/librerie per poterla sfogliare tutti quanti 😉
A ri-complimenti per la partecipazione all’opera !
Grazie Andrea per l’articolo, ero veramente curioso: sono desolato di non essere potuto scendere a Roma, spero che l’editore e i curatori prendano in considerazione la possibilità di presentarla anche da queste parti, se non a Torino, anche a Bra! Sono veramente contento che sia stata pubblicata (e rivista nei contenuti) questa nuova Guida perché la prima oggi risultava di fatto parecchio obsoleta, visto il vivace fermento del panorama brassicolo italiano. E sono felice che al Piemonte sia stata riconosciuta la qualità delle sue produzioni! Mi piacerebbe parlare della “fascia di prezzo” ma non è questa la sede giusta… Ciao!
Manuela,linkaci le tue foto come sempre! 😉
“Un’altra novità è l’inserimento della tipica chiocciola delle guide Slow Food, qui assegnata ai produttori che più degli altri incarnano i principi dell’associazione.”
si può sapere quali sono i produttori?
@SR
Posso limitarmi a riportarne giusto qualcuno per motivi di tempo?
Foglie d’Erba
Birra del Borgo
La Petrognola
Barley
Horo
non pensavo fossero molti…
@SR
Non so se sono pochi o molti, per constatarlo dovrei comunque sfogliarmi tutta la guida, no? E al momento non ho tempo. Speravo che ti bastasse qualche nome
@Bossartiglio
Eccotele… ci sei anche tu 😉
@Manu
Bellissime come sempre 🙂
@SR
Stavolta non ti quoto
…”Evidente il dominio di Birra del Borgo e Baladin tra i birrifici, mentre tra le singole regioni eccelle il Piemonte”…
Spero che la Contessa ricordi le mie dichiarazioni d’amore fatte in tempi non sospetti, ora con queste 5 stelle ho paura che possa montarsi la testa.
@Manu
Grandissima. Riesci sempre a cogliere l’attimo.
Quella con Moreno mi ricorda questa http://snipurl.com/xb43l
😉
@Tyrser: sei proprio un cupio ;)))
ma che foto è????
P.s. Brava Manu!!!
@Moreno: ma come che foto è? Levate almeno 3 stelle dopo sta dichiarazione…
@Moreno
ecco qua http://snipurl.com/xb55s
(Scusa Andrea per l’OT)
Al Polli non è andato giù che non gli hanno dato le 5 stelle…………….
http://paolopolli.wordpress.com/
Grazie a tutti… ma soprattutto… quoto Mirko!!!!
Scusate la mia ignoranza….:-(
Questa la nostra recensione alla guida Slow Food:
http://www.pintaperfetta.com/2010/06/23/guida-alle-birre-ditalia-2011-slow-food/
Secondo Schigi il Birrificio Baladin è il migliore d’Italia.Ma è uno scherzo?
Ho letto con dovizia la guida e la trovo molto interessante.